Interventi Chirurgici

Ad ogni paziente deve essere garantito un trattamento chirurgico d’eccellenza.
La chirurgia contemporanea assume un ruolo chiave nella maggior parte delle patologie ortopediche. L’approccio chirurgico può assumere valenza preventiva o correttiva nei confronti delle patologie da alterato sviluppo, valenza terapeutica nel paziente traumatizzato e valenza sostitutiva nell’ambito della chirurgia protesica.
ORTOVET applica protocolli chirurgici all’avanguardia con impiego di materiali tecnologicamente avanzati nel rispetto della miniinvasività e dei principi biologici della guarigione.

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Sinfisiodesi Pubica (JPS)
Sinfisiodesi Pubica (JPS)La sinfisiodesi pubica è un intervento precoce a ridotta invasività chirurgica per il trattamento di forme lievi ed iniziali di Displasia dell’Anca, eseguito in pazienti in giovane età (3-4 mesi di vita), che sfrutta il potenziale di crescita delle ossa del bacino per indurre una maggior ventro ed extra-rotazione dell’acetabolo. La crescita in tal senso dell’acetabolo è indotta mediante la devitalizzazione della sinfisi cartilaginea pubica, al fine di ridurre o arrestare la crescita del pube, a favore della continua crescita di ileo e ischio. A differenza della Duplice Osteotomia Pelvica (DPO), che è una procedura che comporta una correzione acuta del posizionamento dell’acetabolo, la sinfisiodesi pubica è una procedura che sfrutta i tempi di accrescimento del cane, determinando un graduale rimodellamento della posizione acetabolare. Per tale motivo questo tipo di intervento preventivo è tanto più efficace quanto più precocemente eseguito. A scapito della relativa semplicità d’esecuzione della sinfisiodesi pubica, è d’altra parte molto complessa la selezione del paziente, ed è un intervento da destinare a pazienti con diagnosi precoci di bassi gradi di displasia dell’anca.

Duplice Osteotomia Pelvica (DPO)
Duplice Osteotomia Pelvica (DPO)La diagnosi precoce di displasia dell’anca, eseguita nella finestra temporale che va dai 4 ai 6 mesi di vita del cane, apre la strada a possibilità chirurgiche preventive-rimodellanti che consentono di arginare o limitare le degenerazioni artrosiche dipendenti dalla patologia. A seguito della giusta selezione del paziente, eseguita mediante visita clinico-radiografica ortopedica specialistica precoce, è possibile eseguire l’intervento di duplice osteotomia pelvica (DPO). Questa procedura comporta l’esecuzione di un’ostectomia di una piccola porzione del pube e un’osteotomia dell’ileo, così da permettere la rotazione dell’acetabolo per aumentare la copertura della testa femorale e limitare in questo modo l’incongruenza articolare determinata dalla lassità articolare sempre presente in caso di displasia dell’anca. Una volta conseguita l’entità di extra rotazione dell’acetabolo necessaria, l’osteotomia iliaca viene stabilizzata e fissata con uno specifico impianto bloccato per garantire la guarigione dell’osso mantenendo la posizione dell’acetabolo. Questa procedura può anche essere eseguita bilateralmente nell’ambito della stessa seduta chirurgica.

Protesi Totale d’Anca (THR)
L’articolazione dell’anca si genera dal rapporto anatomico tra la testa del femore e l’acetabolo ed è dotata di ampi range di movimento di flesso-estensione, di rotazione e di adduzione e abduzione. La protesi totale d’anca è una chirurgia sostitutiva dell’intera articolazione e ad oggi rappresenta la miglior opzione terapeutica disponibile nei confronti delle gravi e sintomatiche forme di displasia dell’anca e nelle lussazioni d’anca croniche o non riducibili. L’intervento prevede l’ablazione chirurgica dell’articolazione patologica e la sostituzione della stessa con un impianto protesico. L’impianto è costituito da una componente femorale chiamata “stelo” che viene inserita all’interno del femore per sorreggere il collo e la testa del femore protesici. La componente acetabolare invece prende il nome di “coppa”: dopo opportuna preparazione chirurgica della sede viene posizionata a sostituire l’acetabolo per accogliere la testa protesica. In funzione dei diversi modelli di impianti disponibili oggi in commercio, lo stelo può essere fissato con viti all’interno del femore (Protesi KYON, Modello Svizzero), oppure può essere bloccato mediante meccanismo “press fit” (Protesi BIOMEDTRIX, Modello Americano), mentre le coppe sono per lo più applicate e fissate con meccanismo press fit. La procedura chirurgica richiede la presenza di un team specializzato, dotato di attrezzatura e strumentazione dedicata. La protesi totale d’anca, sostituendo in toto l’articolazione, si pone come obiettivo il completo ripristino della funzione articolare.

TPLO
TPLOLa TPLO (Tibial Plateau Levelling Osteotomy) è attualmente una delle più moderne ed efficaci tecniche chirurgiche per il trattamento della rottura del legamento crociato craniale (o anteriore) nel cane. Questa tecnica consente un completo recupero funzionale, con ritorno anche all’attività atletica, ed è possibile trattare sia cani di grande taglia che soggetti toy, con un basso rischio di complicanze anche grazie all’impiego di moderne placche a stabilità angolare (placche bloccate) sia in acciaio chirurgico che in lega di titanio. L’intervento non prevede la sostituzione del legamento lesionato, ma consiste in una osteotomia della tibia che modifica la biomeccanica del ginocchio garantendo la stabilità articolare anche in assenza del legamento crociato craniale.

TTA
TTATecnica chirurgica sviluppata dalla Scuola Veterinaria di Zurigo in collaborazione con il genio di Slobodan Tepic, la TTA, basandosi sui medesimi principi biomeccanici precedentemente sviluppati dal Dott. Barclay Slocum per la TPLO, ha come obbiettivo quello di contrastare il cranial tibial trust, lo scivolamento craniale della tibia che insorge durante la rottura del legamento crociato craniale. L’obbiettivo viene raggiunto mediante l’avanzamento craniale della tuberosità tibiale e con essa l’inserzione tibiale del legamento tibio-rotuleo mantenuti in sede grazie all’utilizzo di specifici impianti dedicati.

TTA Rapid
TTA RapidNumerose sono le nuove tecniche biomeccaniche diventate disponibili negli ultimi anni, disegnate  e pensate per migliorare e rafforzare i principi su cui è stata sviluppata la prima TTA. TTA Rapid,  grazie alla tecnologia 3D, permette di usufruire dell’utilizzo di cage porosi in titanio volti a favorire  una rapida guarigione dell’osteotomia del paziente e conferendo stabilità al ginocchio  soggetto a  rottura del legamento crociato craniale.
Artroscopia
ArtroscopiaL’artroscopia è diventata la tecnica d’elezione per la diagnosi ed il trattamento di molte patologie articolari del cane. Grazie alla sua mininvasività e precisione permette un pieno e rapido recupero del paziente attraverso una bassa morbidità e la drastica riduzione dei tempi di guarigione. La completa visualizzazione e magnificazione della strutture articolari fornisce al chirurgo ortopedico la possibilità di studiare e trattare in maniera mirata la causa della zoppia dei soggetti  interessati.  L’osteocondrite dissecante OCD di spalla, gomito e ginocchio, il trattamento della frammentazione del processo coronoideo mediale dell’ulna FCP, i trattamenti meniscali, la diagnosi di rottura parziale del legamento crociato craniale sono solo alcune delle sempre più numerose patologie ortopediche che richiedono un trattamento per via artroscopica.

Protesi Transcutanea Intraossea per Amputazione (ITAP)

L’amputazione completa di un arto rappresenta purtroppo una necessità per una serie di patologie che non consentono storicamente nel cane e nel gatto altre soluzione maggiormente conservative.154

Fortunatamente l’amputazione di un singolo arto rappresenta una procedura ben tollerata dal paziente e fornisce generalmente un adeguato risultato funzionale. Tuttavia i cani ed i gatti con un arto toracico amputato hanno maggior difficoltà a mantenere l’equilibrio, mentre quelli con un arto pelvico amputato possono presentare difficoltà nella deambulazione.

Si verificano inoltre con frequenza non trascurabile situazioni cliniche nelle quali gli arti coinvolti da patologie che richiedano l’amputazione siano più di uno; in questi casi l’amputazione non può in alcun modo rappresentare una reale soluzione in grado di garantire una adeguata qualità di vita ai nostri pazienti.

Per tali motivi, in associazione alla negativa percezione del proprietario nei confronti dell’amputazione, sono sempre più popolari tecniche chirurgiche di salvataggio che consentano amputazioni selettive con la conservazione anatomica della maggior parte possibile dell’arto affetto da patologia.32

Le limitazioni associate all’interfaccia esoprotesi-cute vengono superate con l’impiego di endoprotesi dette ITAP (Intraosseous Transcutaneous Amputation Prosthesis – Protesi Transcutanea Intraossea per Amputazione), sviluppate inizialmente per il salvataggio della funzionalità delle dita amputate in medicina umana.

Le protesi ITAP vengono inserite nell’osso dell’arto oggetto di amputazione, si integrano progressivamente nell’osso stesso, fuoriescono dalla cute con un perno speciale sul quale viene inserito un piede artificiale funzionale per la normale deambulazione.

Queste protesi, in puro titanio e realizzate con tecnologia EBM al fine di garantire la miglior biocompatibilità ed osteointegrazione possibile, sono “custom made” cioè progettate e costruite singolarmente per ogni singolo soggetto.

La protesi può essere ad incastro (press fit) oppure godere di una stabilizzazione primaria con viti.

L’appoggio esterno (piedino) deve essere funzionale e potrebbe avere forma ed aspetto differente in relazione al segmento scheletrico interessato, dell’attitudine e del peso del paziente.876

 

 

 

Mancata Unione del Processo Anconeo (UAP)
Mancata unione del processo anconeo (UAP)Il processo anconeo dell’ulna si fonde al corpo dell’ulna attorno alla ventesima settimana di vita del  cucciolo. Se tale condizione non si verifica entro queste tempistiche, si parla di mancata unione del processo anconeo dell’ulna, una delle patologie che rientrano nel complesso Displasia del Gomito (ED). All’avvenuta diagnosi della mancata unione, entro i sei mesi e mezzo di vita del cucciolo, esiste la possibilità di promuovere la fusione del processo anconeo attraverso un trattamento chirurgico, che prevede la sua fissazione con vite al corpo dell’ulna. La fissazione è inoltre associata ad un’osteotomia dell’ulna  che  favorisce l’avvicinamento del corpo dell’ulna al processo anconeo. Lo scopo di questo intervento è di limitare l’incongruenza di gomito,  favorirne il completo e corretto sviluppo, al fine di limitare la progressione dell’artrosi nel soggetto adulto.

Osteotomie Correttive
Osteotomie CorrettiveLe deformità angolari degli arti sono da tempo causa riconosciuta di zoppia e debilitazione del cane e del gatto. Per questo motivo è stato adattato per l’ortopedia veterinaria un metodo di pianificazione e correzione comunemente utilizzato in medicina umana, il metodo CORA, basato su una serie standard di principi geometrici e indicazioni accurate sulle deformità angolari volte a calcolare e riprodurre intraoperatoriamente precise osteotomie correttive indipendentemente dal segmento osseo in questione e dal tipo di sistema scelto per l’osteosintesi.

Artrodesi
ArtrodesiTecnica chirurgica comunemente impiegata come procedura di salvataggio in situazioni in cui non è possibile ristabilire la corretta funzionalità articolare. Si pone come obbiettivo l’eliminazione del dolore attraverso la rimozione dei singoli piani cartilaginei e la successiva immobilizzazione dell’articolazione attraverso l’impiego di mezzi di sintesi dedicati ed innesti ossei autologhi od eterologhi che favoriscono la formazione del callo osseo e la guarigione del paziente. Le articolazioni che più frequentemente richiedono una artrodesi sono il carpo ed il tarso, tuttavia in particolari condizioni cliniche può essere necessario eseguire artrodesi anche per spalla, gomito e ginocchio.

Traumatologia/Fratture
Traumatologia FrattureLa frattura di un segmento scheletrico rappresenta sempre un evento altamente stressante per il paziente ed il proprietario. La maggior parte delle fratture nel cane e nel gatto richiedono un trattamento chirurgico che deve essere eseguito nei primi giorni dal trauma. I cani ed i gatti necessitano di soluzioni chirurgiche robuste e possibilmente comode che rispettino al massimo la fisiologia del naturale processo di guarigione della frattura stessa. Le placche bloccate in ortopedia veterinaria rappresentano l’avanguardia dell’implantologia destinata al trattamento delle fratture di tutti i segmenti scheletrici. Le placche bloccate vengono fissate all’osso per mezzo di viti dedicate, che permettono il conseguimento di una fissazione stabile del focolaio di frattura, al fine di promuoverne la guarigione secondo processi riparativi biologici. Ortovet dispone della maggior parte degli impianti bloccati attualmente in commercio, per poter garantire i massimi livelli di cura a tutti i pazienti di tutte le specie, le razze, le taglie e le età. In particolari tipologie di fratture (es. fratture esposte) trovano indicazione altri sistemi di sintesi quali la Fissazione Esterna Lineare e la Fissazione Esterna di Ilizarov.

Traumatologia Felina

La maggior parte delle condizioni ortopediche del gatto sono di natura traumatologica, ed essendo il gatto un paziente di piccola taglia, è molto frequente avere soggetti politraumatizzati.

L’ammodernamento degli impianti oggi consente di trattare la quasi totalità delle fratture nel gatto, sia con tecniche di fissazione interna che di fissazione esterna.

Oltre alle moderne placche bloccate, Ortovet dispone di un innovativo mezzo di sintesi: il chiodo bloccato Targon Vet ®. Si tratta di un impianto da osteosintesi per la fissazione interna delle fratture. Indicato per il trattamento delle fratture delle ossa lunghe nel gatto e nel cane di piccola taglia, questo mezzo di sintesi viene applicato all’interno dell’osso fratturato apportando una fissazione stabile che lo rende meccanicamente affine ai più moderni impianti bloccati. L’impiego di questa tecnologia, derivata dalla Medicina Umana, consente il trattamento di fratture complesse non ricostruibili con approcci mini-invasivi, promuovendo un rapido recupero funzionale e una guarigione biologica della frattura.

Ilizarov
La fissazione esterna di Ilizarov nasce negli anni cinquanta dall’idea del chirurgo umano sovietico Gavril Ilizarov. Il sistema, messo a punto inizialmente per la correzione delle deformità scheletriche delle ossa lunghe dell’uomo, ha trovato in seguito spazio anche per applicazioni traumatologiche. Nell’Ortopedia Veterinaria la fissazione esterna circolare con apparato di Ilizarov consente la correzione dinamica e graduale delle deformità delle ossa lunghe e in casi specifici trova anche applicazioni traumatologiche per la sintesi delle fratture. L’impianto è costituito da una serie di anelli esterni che circondano interamente il segmento scheletrico da trattare e danno supporto a diverse tipologie di fili e fiches che ingaggiano i monconi di frattura per la loro stabilizzazione. Gli anelli sono poi raccordati tra loro per mezzo di barre, generalmente filettate, che completano il costrutto e trasferiscono i carichi da un moncone di frattura all’altro fino all’avvenuta guarigione dell’osso. I vantaggi di questo tipo di sintesi sono rappresentati da una ridottissima invasività di applicazione; per contro essendo un apparato di fissazione esterna, richiede gestione e cure continuative dopo la sua applicazione, fino al conseguimento della guarigione e della sua rimozione.